Artisti
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Alberto Antonio Foresta
Nato a Caltanissetta il 12 dicembre 1990 e cresciuto nella vicina San Cataldo, si appassiona fin dalla tenera età all'arte e in particolar modo alla pittura grazie all'influenza del padre pittore. Intraprende gli studi accademici nell'Accademia di Belle Arti di Palermo in cui consegue la laurea triennale in Didattica dell'arte con il massimo dei voti; studia e vive attualmente a Firenze ed è laureando in Storia dell'Arte presso la Facoltà di Lettere e Filosofia. Interessato alla società e alla sue contraddizioni, attraverso l'utilizzo di molteplici canali espressivi, che spaziano dalla fotografia alla pittura, dall'installazione alla video-arte, ha cercato di mettere in risalto, con sguardo critico o ironico, quella naturale propensione alla quotidianità, agli affetti familiari, agli interessi e ai riferimenti culturali sempre all'interno di una panoramica interpretativa più ampia. Anacronisticamente malinconica, l’intera indagine pittorica del Siciliano Alberto Antonio Foresta racchiude le speranze e le testimonianze delle ricerche artistiche del primo Novecento. Nei suoi colori è implicita la ricerca dei fauves, poiché: «è il colore a costituire lo spazio del quadro e a esprimere l’emozione, o il senso interiore della composizione, autonoma della realtà visiva»1; nelle sue figure invece, è vivo il consumato ricordo sedimentato nella memoria delle sue esperienze di vita quotidiana, molto vicine ai consunti ritratti, autoritratti e amanti di Schiele. La continua ricerca in Foresta diventa nel tempo l’unica ragione esistenziale di praticare arte, infatti, viene presto spostato l’ago storico, facendo un balzo in avanti fino alle esperienze e alle ricerche dell’espressionismo astratto: con le grandi tele e le stesure di colore vibrante di Rothko, di Gottlieb, di Newman, di Reinhardt e di tutti i rappresentanti del color fild painting. Tanti depositi culturali che trovano dimora in temi e spunti di ricerca, che confluiscono in opere costituite da deboli figure nella serie Buongiorno Hitler (2014) o dai colori saturi e dai forti contrasti cromatici in campiture geometriche in cui improvvisamente i contorni diventano talmente labili da svanire, come nella serie Harmonia Mundi (2014). Sempre in evoluzione e ricca di rimandi artistici, culturali, sociali, popolari, lo stesso Foresta
raccontandosi afferma che: «la necessità della pittura viene coniugata ad una educazione radicata nello stabilire contatti con la società contemporanea, spesso anche entrandovi in contrasto e sottolineandone le infinite contraddizioni». Sempre volta alla sperimentazione e all’evoluzione, l’opera di Foresta vanta un corpus eterogeneo, poiché la produzione non si limita all’esclusivo
utilizzo del medium pittorico, ma esonda anche in «mezzi espressivi di diversa natura, spaziando dalla pittura alla fotografia, dall'installazione alla video-arte. Il mio interesse principale è rivolto all'utilizzo del colore e la sua percezione sfruttando sempre forti contrasti cromatici e carichi di saturazione» come da lui stesso affermato. Questa evidente voglia di indagare e di utilizzare le diverse possibilità dell’arte è evidente nei diversi progetti fotografici, come nella serie Supplica a mia Madre (2015) dall’immediato rimando pasoliniano, all’inedita serie Per mia colpa, per mia
grandissima colpa (2015), in cui l'autore porta in evidenzia l’ambiguità e l’indagine sociale di cui si è fatto portavoce. L’uso di un bianco e nero dal gusto fortemente rétro si scontra con il gusto contemporaneo dell’incerto e dell’indefinito, in quanto prive di nitidezza e dai contorni confusi, le fotografie, dal forte impianto accademico, vengono scardinate da esplosioni di colore, fino a inglobare e sostituire lo stesso soggetto, divenendo protagonista assoluto della scena.
A cura di Danilo Lo Piccolo
OPERE IN MOSTRA
Uomo senza mascherina
35x50
Carboncino francese su carta d'imballaggio
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CARBONE#1
100x130
Carboncino francese su carta d'imballaggio
Nascosto
35x50
Carboncino francese su carta d'imballaggio
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